Open Innovation

L'economista Henry Chesbrough, quasi 25 anni fa, ha fornito un modello di innovazione per cui le aziende possono ricorrere a risorse provenienti dall'esterno di una azienda, ad esempio startup, università, fornitori....

Negli ultimi anni, grazie all'Open Innovation, le aziende stanno avendo una profonda trasformazione interna e nei rapporti con l’esterno. L’open Innovation è un approccio strategico e culturale in base al quale le imprese scelgono di ricorrere anche a idee, soluzioni, strumenti e competenze tecnologiche che arrivano dall’esterno, in particolare da startup, università, istituti di ricerca, fornitori, inventori, programmatori e consulenti.

L’open innovation: opportunità per le aziende

L’open innovation ha potuto nascere e svilupparsi perché negli ultimi anni è emerso che l’innovazione chiusa non era più sufficiente. Le conoscenze e i talenti viaggiano a una velocità sempre maggiore a causa della facilità negli spostamenti, perciò è diventato più difficile trattenerli in azienda. Dall’altra parte, i mercati dei capitali, come insegna il caso delle startup della Silicon Valley, hanno cominciato a concentrarsi anche su aziende basate su modelli di business e approcci completamente nuovi e dirompenti rispetto al passato.

L'open innovation prevede che un’azienda possa accedere alle innovazioni disponibili sul mercato integrandole con il proprio modello di business. Un processo del genere consente anche un tempo minore per passare dalla fase di ideazione del prodotto o servizio o alla sua immissione sul mercato: di alcune di queste fasi, come per esempio la prototipazione di alcuni manufatti, possono occuparsi in determinati casi anche realtà esterne come le startup. Secondo questo schema, diventa maggiormente competitivo non chi produce al proprio interno le migliori innovazioni ma chi riesce a creare prodotti e servizi innovativi modulando al meglio ciò che viene da dentro e ciò che può ricavare dai player fuori dal perimetro aziendale. Sono  poche le grandi aziende che hanno una platea di risorse interne talmente ampia e funzionale da non necessitare di uno scambio con l’esterno. E anche queste si stanno rendendo conto che i contributi esterni rappresentano uno stimolo significativo e a volte essenziale.

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